mercoledì 1 luglio 2009

La "JACKSONITE"


Di recente ho fatto un sogno alquanto strano. Michael Jackson era morto per infarto nella sua lussuosissima villa di Los Angeles, lasciandoci a soli 50 anni. Apprendevo la notizia dai numerosi telegiornali che per una sera si son dimenticati di aerei precipitati nell’oceano, di parlamentari troppo impegnati con il gossip e ben poco con la politica e del resto del mondo, per dare ampio, anzi ampissimo spazio al neo-defunto. Un caso strano mi ha colpito, perché il giorno prima era morta anche Farah Fawcett (la bionda bellissima delle "Charlie’s Angels" che ha rubato il cuore a milioni d’italiani e non solo) ma era passata molto inosservata. Improvvisamente era scoppiata la “JACKSONITE”, malattia che colpisce il cervello dell’essere umano partendo da un principio, ancora indefinito in medicina, per cui dall’inconscio parte uno stimolo/input verso l’affannosa ricerca del gadget come ricordo. Immediatamente ho avuto modo di costatare che si trattava di qualcosa di molto pericoloso, peggio di Sars, febbre suina o quant’altro. L’intero pianeta era contagiato da questo fenomeno. Cd del re del pop, per anni rimasti negli scaffali dei negozi di musica o supermercati vari, forse perché troppo lontana dalla musica di oggi, sono andati a ruba in meno di 36 ore. Soldi che la gente ha speso per poter, magari, vantarsi con l’amico e dire “HO I CD DI Mr. JACKSON!”. I social network presi d’assalto da messaggi e gruppi per il re del pop. Il bello, però, doveva ancora arrivare. Già, perché di lì a poco la star avrebbe dovuto tenere dei concerti i cui biglietti erano già esauriti da secoli. E per quei poveri fan che avevano speso una fortuna? Niente paura, gli organizzatori avevano deciso per due possibilità: la prima, a mio parere la più furba, prevedeva il rimborso del biglietto; l’altra, invece, permetteva di tenersi il tagliando come ricordo. Perché mai uno dovrebbe perdere minimo 56 euro e tenersi biglietto? Per dire alle generazioni future “ci sarei dovuto andare ma causa decesso del cantante il concerto è saltato”? Nessuno che faceva riferimento all’altra parte di Michael, quella per cui era solo finito in tribunale perché processato.
In quel preciso istante capii che non stavo sognando, no, ero del tutto sveglia, pienamente conscia e consapevole che la malattia esisteva davvero, ma che per fortuna colpiva, e lo ancora adesso, “solo” i fan più accaniti.
Un paio di domande però mi rimangono. Perché spendere soldi per avere un cd che se prima ci mancava un motivo ci doveva pur essere? Perché preferire il ricordo al rimborso? Ma soprattutto nessuno che consideri il “Jackson popstar” E il “Jackson come essere umano”. Sul primo nulla da ridire, ci mancherebbe, anche se con il suo video di Thriller ha terrorizzato mia sorella quando aveva due anni. Sul secondo invece…Perché dimenticarsi che il signor MICHAEL JACKSON era un pedofilo che ha speso buonissima parte del suo patrimonio per interventi chirurgici rendendolo peggio di una Barbie, e che al momento del decesso pesava 56 Kg, un corpo devastato, e pieno di farmaci? Perché non unire ai suoi pregi anche i suoi difetti? Questi son tanti, e a mio parere così grandi e gravi da oscurare la parte migliore. Ma tant’è io sono una, la “voce fuori dal coro”, e per lo meno ai miei amici potrò dire di non avere la “Jacksonite”.

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