lunedì 10 agosto 2009

RECORD DEL MONDO: la normalità dell'impossibile

Sono da poco terminati i Mondiali di nuoto a Roma e son molte le notizie degne di nota, ciò che ha reso un “mitico sport” come il nuoto un qualcosa di quasi normale alla portata di tutti. I tuffi dai 3 metri hanno certamente fatto da trampolino di lancio. La perfezione ha ceduto il posto a errori a ripetizione non solo nelle eliminatorie, ma anche in gara. Si è iniziato con scivolate da ZERO punti per continuare con tuffi di pancia (di Nicola Marconi ndr) e tuffi a bomba. Errori su errori che avvenivano fra l’ilarità generale degli spettatori. Uno sport difficile ha mostrato le debolezze degli atleti, apparsi poi non così irraggiungibili. Il meglio però si è visto in vasca, dove i nuovi costumi super tecnologici e performanti hanno notevolmente contribuito ad abbattere quei muri e quei record mondiali che poco prima sembravano essere impossibili e inarrivabili. Gli organizzatori di Roma avevano anche messo una canzone apposta per i record del mondo, magari pensando “Intanto non la sentiremo molto!”. Detto fatto! Record arrivati già nelle batterie di qualifica, il doppio nelle gare. Ogni specialità ha avuto il suo nuovo record, “Who wants to live forever?” dei Queen partiva quasi sempre dopo ogni gara, uno spettacolo in cui costumi e atleti hanno reso possibile l’impossibile. I primi giorni gli spettatori potevano dire “WOW, il record del mondo, fantastico!”, ma alla fine persino notizie come la sconfitta di Phelps o i dieci record fatti prima dei ventuno anni dalla Pellegrini, sono passati quasi in sordina. Dopo due settimane in cui tutti i primati sono stati sgretolati e numerosi muri sono stati infranti, i record e i limiti non sono più stati poi così lontani e vincere senza record del mondo era come laurearsi con 110 senza lode, da sfigati. E al povero spettatore seduto sul divano o sugli spalti, non restava che dire: “Che barba, che noia, che noia, che barba; speriamo che dal 2010 l’impresa impossibile torni tale!”.